“L’ultima romantica” di Sara Pellegrini

Molti incontri hanno cambiato la mia vita, tutte le realtà sono state per me e sono, preziose fonti di crescita e inesauribili stimoli.

Succede per caso che in un pomeriggio di marzo mi sia voluta regalare per il mio compleanno la visita alla mostra su Marie Antoinette al Museo del Tessuto di Prato e che, sempre il caso, mi abbia fatto incontrare come guida Rakele Tondini, una persona piena di amore e di entusiasmo che mi ha colpita e affascinata. Proprio per questo le ho fatto qualche domanda, per curiosare nella sua vita e scoprire qualcosa di più.

Qual è stato il tuo percorso e quali sono le passioni che alimentano la tua vita?

Da circa dieci anni sono libera professionista. Ho creato il mio marchio durante un pranzo nel Chianti, in compagnia della Storica del Costume e della Moda Cristina Giorgetti e di sua mamma, la meravigliosa Giovanna, una R con tacco e corona, che immediatamente mostra le mie due grandi passioni, teatro e moda, in particolare decorazioni e tessuti.
I miei studi iniziano dall’arte, grafica per la moda, tessitura e stampa. Mi sono sempre confrontata con il “perché” delle cose, aspetti filologici, simboli…cosa si nasconde dietro un abito, proprio il “perché?”  mi porta a laurearmi in Storia delle Arti Decorative ed Industriali, filologia di un abito, per poi specializzarmi in Costume teatrale e cinematografico e progettazione per la moda. Innamorata della decorazione su tutte le superfici, dalla carta, con le illustrazioni per editoria e prodotti alimentari, alla stoffa con abiti e gli accessori per l’haute couture.

Ho avuto il piacere di lavorare in una prestigiosa azienda fiorentina, Emilio Pucci, proprio nell’ufficio tessuti e stampe. Ho collaborato con compagnie teatrali toscane e ho il privilegio di contare cartelloni e spettacoli dove mi sono sbizzarrita con decori, costumi e trucchi.
Figlia di sarta, mia madre è una grande sarta che collabora con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Volevo saperne di più di scarpe e borse ed ho iniziato a studiarne forme e modelli presso l’Alta Scuola di Pelletteria artigianale.
Circa cinque anni fa ho iniziato a decorare calzature e borse per prestigiosi brand e questo mi ha permesso di mettere in pratica la mia grande passione, la decorazione, con una buona dose di “teatrale pazzia”.

Da dove sei partita, dove sei arrivata e dove stai andando?

Circa sei anni fa ho intrapreso una bella collaborazione con il Museo del Tessuto di Prato, che mi consente di spiegare ai numerosi visitatori, quanta meraviglia si nasconde sotto ad un prezioso vestito, torna il famoso “perché?”, operatrice didattica, guida, Storica del Costume e della Moda. Il tessuto è storia, cultura.

Adoro illustrare e con mia sorella Kalinka Tondini, in collaborazione con la casa editrice Polistampa; abbiamo insieme scritto (lei) e illustrato(io) libri per bambini sulla sana alimentazione e i vecchi mestieri artigianali: Alfabeto del gusto toscano, I PersOrtaggi (libro che portiamo anche nelle scuole elementari), I MostAlimenti. Appetiti Estremi, ARA edizioni di Stefania Pianigiani e Sabrina Somigli. Mi diverto ad illustrare etichette per vini: “I Tre Calvi” di Giri di Vite, del ristoratore Filippo Masini del Ristoro di Lamole; “ Vermouth” di Istine di Angela Fronti….

Sono arrivata a essere felice, parola che sorprende e spaventa, ma desideravo proprio essere quello che sono oggi, ho sempre desiderato poter spaziare in ambiti diversi, ma poi non più di tanto. Mi dicevano sempre: “Scegli, moda, teatro o illustrazione?” Perché scegliere? Non sono poi così tanto diversi! L’abito è teatro di strada, gli accessori sono la teatralità dell’Io, la vita è una grande messa in scena, dove a recitare siamo noi stressi.

“Dove sto andando?”, la strada è questa, voglio percorrerla, conoscere persone, artigiani, future collaborazioni, mettermi in gioco,… Un sogno? Decorare tante scarpe, realizzare tessuti ricamati e stampati anche per l’arredo, fare etichette per scatole di latta, adoro il cibo sott’olio.

Un progetto che stai seguendo che ti sta dando molte soddisfazioni?

Da circa un anno sono Responsabile Formazione di ARTI21, un’incubatrice nel centro storico fiorentino, laboratorio di modellistica cad che vanta collaborazioni molto importanti, e da circa un anno si dedica anche alla formazione. Corsi professionali per studenti, professionisti, aziende, corsi di modellistica cad, comunicazione, sartoria artigianale. Siamo partner della Scuola di taglio e confezione De’ Lazzari, zona Cure, dove un tempo,anche io ho studiato progettazione, sartoria, modellistica. Un piccolo atelier  bohémien, dove generazioni di studenti e appassionati cuciono sogni ed aprono botteghe di sartoria, lavorano per aziende.

Qual è stato e qual è ora il tuo sogno nel cassetto?

Sono sempre stata una determinata sognatrice, stimolata da una famiglia di artigiani, sostenuta e spinta a “rEsistere”. Credo molto in quello che faccio e amo far capire alle persone, studenti ed appassionati, quanto sia importante l’artigianato, la creatività, la didattica e la storia, le radici e l’innovazione. Determinata!  Del resto la mia famiglia è un mix di generazioni e di donne forti e determinate. Fin da piccola amavo le A; Arte, Alimentazione, Abbigliamento e Arredamento.

I miei sogni mi vedevano pittrice con un negozio di fiori, dove servire del tè e vendere anche tessuti e nastri.  Decoratrice di tessuti, ho sempre adorato il tessuto, arte da indossare. Come diceva la Schiaparelli: “Un abito non è solo stoffa, un abito è un pensiero”. Il sogno nel cassetto, continuare a ballare tra storia del costume, moda, illustrazione e decorazione

Cosa ispira e stimola la tua fantasia?

Viaggiare, vedere belle mostre, collezionare collane, il buon cibo e la semplicità.

Qual’è il tuo rapporto con gli oggetti?

Adoro circondarmi di ricordi e pezzi unici. Butto il superfluo e non sono un accumulatrice, ma tendo a conservare carta, stoffe,… possono servirmi per dei laboratori. Oggetti comprati in viaggio o ricordi di famiglia sono gli oggetti che preferisco. Nastri, collane (un viaggio, una collana nuova), illustrazioni e piccoli oggetti d’arte. Il mio portafortuna è indossare una mia collana in tutti i momenti importanti.

Qual’è il capo d’abbigliamento l’oggetto del costume storico che ti ha colpito e che se tu potessi lo indosseresti o lo porteresti tutti i giorni con te?

La camicia! Affascinante, IT nel guardaroba, cornice perfetta, capo rivoluzionario! Bianca, rossa, nera, ha segnato la storia, dall’antichità al guardaroba di Marie Antoinette, fino alle passerelle d’alta moda. Con collo, senza collo, maniche chiuse, aperte, decorata, tagliata, ricamata, da portare sotto o da sfoggiare se confezionata con un bellissimo tessuto.

Qual’è stata l’esperienza o la persona che ti ha fatto capire cosa veramente volevi essere?

Un aneddoto. Mio nonno una volta guardandomi mi disse: “E ti fermi qui? Vai oltre e credici! Si può far tutto nella vita”, nonno era un Partigiano, sapeva bene cosa significava crederci e resistere. Inoltre ho incontrato grandi maestri: storici, artisti, fotografi,… fin da piccola, sono stata fortunata, mi sono circondata di qualità e cultura, merce rara!

Se potessi scegliere di produrre un film chi sceglieresti come: regista, costumista,
scenografo e attore protagonista?

Caspita, che domanda! Farei un film con… i costumi surrealisti di Elsa Schiaparelli; cappelli Anna Piaggi. Attori…tante fantastiche attrici, adoro i film con tante protagoniste femminili; quanti pianti. Regia Agnès Varda, musiche Paolo Conte, ricami e lussi made by Christian Lacroix, che ho conosciuto ai tempi dell’esperienza con l’Azienda Emilio Pucci.

Pensando a libri o film che hai letto o visto, c’è un personaggio che ti assomiglia in cui ti potresti identificare?

Nessuno nello specifico. Sono molti i personaggi che mi colpiscono, tra arte, pittura, danza, scrittura:  Loïe Fuller, Paul Klee, Tina Modotti, Anna Piaggi, Elsa Schiaparelli, Sonia Terk Delaunay, Beatrix Potter,…

Che canzone sceglieresti come colonna sonora di questa intervista?

L’Orchestrina di Paolo Conte. Perché la vita fa: “ride e fa to be to be to be or not to be ride la stella ride e fa trallalà to be to be to be or not to be e suona suona l’orchestrina”. Ironia, poesia, nostalgia, semplicità.

Cosa ami fare nel tuo tempo libero?

Sono sempre in continua scoperta e da circa tre anni mi sono appassionata alla lingua cinese, in continuo studio. Adoro collezionare nastri e collane, amo il caffè, gli acquerelli in pasticca, da scartare con cura. La mia amica giornalista Stefania Pianigiani mi definisce: “L’Ultima delle romantiche”. Mi fa sempre ridere questa definizione!

In un epoca in cui pochi sono i punti di riferimento e facile è abbandonare un sogno perché ritenuto irrealizzabile dalla società, esempi come Rakele fanno bene all’anima. Ti danno forza, coraggio e entusiasmo. Persone come lei ti fanno credere nella magia, ti danno la voglia di provarci nonostante tutto. Perché, nonostante tutto, niente è impossibile, figuriamoci un sogno.

Grazie a Sara Pellegrini per questa intervista e grazie a 5avi.net

 http://www.5avi.net/2018/05/22/rakele-tondini-lultima-romantica/

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